Signora Mirigliani, chi ci dimostra che lei non è transgender?

Miss Italia non apre alle ragazze transgender

Miss Italia dice no alle ragazze transgender. Lo sappiamo: la Signora Mirigliani ha detto che il concorso di Miss Italia non apre alle ragazze transgender.

Il primo pensiero è quanto sia trasfobica e discriminatoria la cosa. Ed è effettivamente così.

La seconda riflessione però porta un po’ più lontano e cioè: come pensa di fare la signora Mirigliani a decifrare l’identità di genere di una ragazza?

Sappiano che a Miss Italia spesso si arriva dopo altri concorsi di bellezza e delle selezioni molto rigorose che si basano sui tipici canoni estetici di bellezza femminile. Tutto deve rispondere a ciò che l’occhio comune reputa bellezza normativa: lineamenti regolari, misure se vicine al 60-90-60 meglio, altezza tot, chioma possibilmente fluente, “corretta” deambulazione, 10 dita nelle mani e 10 nei piedi ecc ecc. Quindi, con tutte le critiche del caso, diamo per scontato che siamo di fronte a tutte ragazze bellissime secondo uno standard prestabilito.

Ora: se la ragazza in questione non ha ancora (o semplicemente non ha) il documento rettificato va da sé che al momento dell’iscrizione la procedura si blocchi e fine. Discriminatorio e chiaro per ovvie ragioni.

Nel momento in cui però si fosse di fronte a un documento rettificato, vorrei chiedere alla Signora Mirigliani: come pensa di procedere per capire il genere assegnato alla nascita della ragazza in questione?

Nei casi per esempio di Miss Olanda Rikkie Valerie Kolle, o di Miss Universo Spagna Ángela María Ponce Camacho, o la concorrente a Miss Nevada  Kataluna Enriquez è evidente che le ragazze hanno di proposito condiviso il loro percorso di vita e la loro identità transgender concorrendo al titolo non solo per concorrere ma per farsi portavoce di un movimento e di un principio di diritto. Dubito che se non lo avessero dichiarato pubblicamente qualcuno avrebbe potuto dire che non rispondevano ai canoni di una Miss. Nè il concorso lo avrebbe trovato scritto da qualche parte.

Le persone transgender non vanno in giro con l’etichetta, esattamente come non lo fanno le persone cisgender.

Chi ci dice infatti che la signora Mirigliani alla nascita fosse davvero del genere che oggi dichiarano i suoi documenti? Chi ci dice che la signora abbia un codice genetico xx e non una delle molteplici varianti che magari la vedono portatrice di un codice genetico xy ma con caratteristiche sessuali considerate femminili?

“Miss Italia non apre alle ragazze transgender”. La dichiarazione della signora Mirigliani non è semplicemente transfobica, ma dimostra una totale non conoscenza di cosa sia l’identità di genere, di cosa voglia dire essere e esistere come membri del genere umano (umano?) composto da un infinito numero di varianti. Tutte valide, tutte sane, tutte degne.

Che inizino un po’ anche tutte queste persone apparentemente cisgender a dimostrare il loro “cisgenderismo”, a darne prova allegando anche un bel certificato di salute mentale che le autorizzi a essere chi sono. Vediamo un po’ che salta fuori.

Ma nel male nasce spesso il bene e sono estremamente felice che molti ragazzi assegnati femmina alla nascita si stiano iscrivendo al concorso. Stanno dimostrando in maniera semplice e concreta l’immensità delle cavolate che vengono dette e fatte da una grande fetta della popolazione. Mi pare una iniziativa geniale.

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *