Ieri, dopo che è uscito l’articolo dell’espresso della giornalista Eugenia Romanelli (che potete leggere qui http://eugeniaromanelli.it/nasce-primo-blog-italiano-sui-bambini-gender-fluid/) ho avuto una lunga discussione con una amica, la quale mi dimostrava la sua profonda preoccupazione nei confronti dei miei figli per quello che stavo facendo. E’ sempre abbastanza disarmante quando capisci che il tuo interlocutore trasforma quello che dovrebbe essere un dialogo in uno sterile monologo, a mo’ di terrorismo psicologico. Ed è incredibile come, in questa mia esperienza, le persone che mi sono state più “lontane” nei modi e nei pensieri sono proprio le persone che mi conoscono da più tempo. Ho sempre trovato molto più supporto nei genitori degli altri bambini di scuola o nelle persone appena conosciute. Spesso le mie “amiche” sono state prontissime a esprimere un giudizio (nella maggior parte sterilmente critico) che non a chiedere e informarsi su che cosa succedesse. Credo che praticamente nessuna mi abbia mai fatto la domanda più significativa e banale che ci sia: “ma come stai?” Chi mi conosce dovrebbe sapere quanto ci ho messo a prendere questa decisione, analizzando tutti i possibili pro e contro per me e la mia famiglia. E non li ho analizzati da sola: ho parlato con altre mamme all’estero che vivevano la mia stessa situazione, ho parlato con psicologi, con legali, con rappresentanti delle associazioni LGBT, ho parlato anche con le maestre e chi vive mio figlio al di fuori della famiglia.
Certo: non posso prevedere il futuro. Non so che cosa accadrà. Ma questa è la legge della vita. Se tutti quelli che hanno iniziato un percorso si fossero fermati perché “chissà quali possono essere le conseguenze sui figli e la famiglia”, probabilmente molte battaglie non sarebbero mai state vinte.
Così vorrei che fosse molto chiaro che:
1 – sì, sono una semplice mamma, ma ho accanto il supporto di persone competenti che mi aiutano a capire come meglio muovermi per la tutela di tutti e tre i miei figli e che mi aiutano giorno giorno a fare chiarezza e non adagiarmi mai;
2 – non scrivo questo blog per manie di protagonismo, non sono una rivoluzionaria, normalmente non sono nemmeno una combattente. Al contrario, di fronte a una competizione di solito mi defilo in silenzio. Non mi interessa apparire. Sono pronta a qualunque tipo di confronto e discussione. Non sono affatto qui per fare polemica. La mia non è una presa di posizione politica, non sono un’attivista di nessun tipo. Non partecipo nemmeno ai dibattiti a tavola con gli amici, figuriamoci. Voglio solo mettere la mia esperienza a disposizione di chi può averne bisogno o solo di chi è curioso di sapere. Credo che la curiosità sia già un primo passo verso la conoscenza. E inoltre spero, quasi più di ogni altra cosa, che appaiano, piano piano, accanto a me altre persone che vivono la mia stessa esperienza perché anche io ho estremo bisogno di continuare a capire. Vorrei solo essere un “mezzo” a favore dei bambini di oggi che possa anche riscattare i bambini di ieri.
3 thoughts on “Come dicono quelli bravi… “la mia mission””
Secondo me è un grande atto di altruismo questo blog. So per diretta esperienza che quando la vita ti presenta un capitolo difficile o complicato, non c’è niente di meglio che la condivisione dell’esperienza! La condivisione fra donne chissà perché risulta sempre difficilina, invece dovremmo essere più unite e meno giudicanti!
Credo che tu abbia fatto benissimo ad aprire questo blog, soprattutto per le famiglie in una situazione come la tua e anche se vorrebbero aiutare i loro bambini non sanno come. L’unica cosa che ti consiglierei e di censurare il volto di tuo figlio nelle foto, proprio come è stato fatto nel video. Non perchè la sua possa essere una situazione “particolare”, a me in generale non piace diffondere pubblicamente immagini di minori. Credo che debbano essere loro a decidere quando e come mostrarsi, ma quando saranno più grandi. Non mi piacciono neppure i genitori che mettono le foto dei figli su facebook, purtroppo è realtà il fatto che molte vengano ad attirare l’attenzione di gente non proprio per bene…
Mi sono imbattuta nel tuo blog per caso, navigando senza meta. Sono solidale e convinta che nessuno abbia il diritto di criticare e che ognuno abbia il diritto di vivere la propria vita come desidera. Detto questo,
Spezzo una lancia a favore delle tue amiche 😄.
Le amiche, a volte, sono quelle che hanno il difficile compito di fare ‘ l’ avvocato del diavolo’, ti sbattono in faccia tutto quello che potrebbe succederti di negativo. Sono quelle che ti conoscono davvero e che conoscono il tuo bambino. Le amiche vogliono proteggere e chiudere a guscio. La solidarietà da divano i da tastiera lascia sempre il tempo che trova. Le amiche ci saranno nonostante tutto. Quelle vere ovviamente.
😊