Bloccanti della pubertà: intervista a Alessandra Fisher, endocrinologa

I bloccanti della pubertà restano uno dei punti focali dell’opinione pubblica sul percorso di affermazione di genere.

Un paio di anni fa pubblicai una intervista alla dottoressa Alessandra Fisher, endocrinologa del Dipartimento di  Andrologia, Endocrinologia femminile e incongruenza di genere dell’ospedale fiorentino Careggi e presidente della SIGIS Società italiana Genere, Identità e Salute .

Vi invito a rivedere l’intervista alla dottoressa, massima esperta in Italia e all’estero, sull’uso dei bloccanti.

 

I bloccanti della pubertà sono essenziali per il benessere delle giovani persone transgender. Questo non solamente al momento dell’arrivo della pubertà ma anche molto prima.

È essenziale che si sappia che i bloccanti esistono e che, se ci sarà la necessità, verranno usati.

Crescere un figlio o un figlia transgender non ha nulla di diverso dal crescere un figlio o una figlia cisgender. Sicuramente però se un bambino o una bambina cisgender – che si riconoscono cioè nel genere assegnato alla nascita – sognano con serenità “cosa saranno da grandi”, un bambino o una bambina che non si riconoscono nel genere assegnato alla nascita comunemente temono il futuro.

L’idea che arriverà un giorno in cui il corpo inizierà a cambiare e sapere che probabilmente inizieranno a non riconoscersi in quelle forme differenti o nella voce per comunicare col mondo, è un peso.

Questo non è dovuto all’essere transgender ma alla mancanza di informazioni e di rappresentazioni e narrative riguardo alle persone transgender. 

Per questo motivo è importante far sapere che esistono i bloccanti della pubertà.

È importante che bambini e bambine che non si riconoscono nel genere assegnato alla nascita siano sollevatə dal peso del futuro.

Nel mio libro “Gender liberta tuttə” edito da Baldini & Castoldi racconto la storia di Claudia. La sua mamma racconta:

 

Prima era spesso ansiosa per il futuro, aveva pensieri cupi, piangeva spesso. Affrontavamo ogni giorno conversazioni sul corpo, sui cambiamenti, sulla crescita, sul futuro. Si vedeva che era angosciata da qualcosa che sentiva come “inevitabile” e minaccioso. Il momento più difficile era stato quando ancora non aveva fatto crescere i capelli quindi aveva tra i cinque e i sei anni. Era il periodo in cui  ci siamo viste a Firenze. Aveva grandi crisi al momento di vestirsi. Aveva pensieri sempre tristi, pensieri che non puoi avere a 4 o 5 anni. Parlavamo sempre di come sarebbe stata da grande. Mi diceva: “ma io sarò come papà? Ma io non voglio! Ma mica avrò la barba? Ma che davvero? Ma non esiste proprio!” Sempre cose così. Una volta mi ricordo se ne uscì con una cosa che in confronto Leopardi era un dilettante. Disse: “Crescendo crescendo si ride sempre meno!” Una roba che dici “vabbè vado di là e mi prendo tutta una boccia di sonniferi!” Però questa propensione perenne a questi pensieri negativi  da quando l’abbiamo lasciata essere è sparita. Prima mi chiedeva anche sempre, in continuazione: “ma come faccio a non far cambiare il corpo?” “Esiste un modo?” Ricordo, che era davvero piccolina e io non avrei voluto parlarle di trattamenti medici perchè non mi pareva il momento ma era talmente angosciata da quello che le sarebbe successo che ho deciso di dirglielo che esistevano i bloccanti della pubertà e per lei è stata una liberazione. Quando io le ho detto “non ti devi preoccupare perché quando arriverà il momento c’è qualcosa che possiamo fare” lei da quel momento ha smesso di parlarne. Come a dire “ok, ho archiviato il dato” ed è tornata anzi forse dovrei dire diventata molto più serena e tranquilla e non parliamo più dell’argomento. I suoi pensieri sono tornati ad essere quelli di una bambina. 

L’intervista di Alessandra Fisher spiega da un punto di vista medico l’uso di questo medicinale, sfatando falsi miti e facendo chiarezza sul loro uso. Io posso riportare la mia esperienza di madre e posso dire che se mia figlia non avesse avuto accesso ai bloccanti della pubertà o anche solo se non avesse saputo della loro esistenza – e quindi della possibilità in futuro di bloccare lo sviluppo delle caratteristiche sessuali secondarie – le nostre vite non sarebbero state le stesse e non voglio nemmeno immaginare che cosa sarebbe potuto succedere.

 

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