Questa mattina alle 12.30 avevo il primo appuntamento con lo psicologo per parlare di Lori.
Ho passato una notte infernale. Non riuscivo a dormire, ero agitata. Mi sono addormentata alle tre, ho sonnecchiato, e alle 7 ero già con l’occhio sbarrato. L’ansia mi divorava. Che mi avrebbe detto? Cosa avrei scoperto? Mi avrebbe giudicato?
Lori restava a casa, anzi non sapeva nemmeno dell’appuntamento perché come mi avevano detto al centro “se la bambina è tranquilla vuol dire che va tutto bene”.
Felipe Hurtado Murrillo mi accoglie con un gran sorriso e mi fa accomodare. Ci diamo del tu come qui avviene normalmente abbattendo le inutili barriere che allontanano le persone, barriere che non devono esistere specialmente in situazioni in cui la fiducia è alla base di tutto (oltre alla competenza).
Gli racconto brevemente la nostra storia, gli faccio vedere una foto di Lori, esprimo dubbi e paure nati soprattutto dalla titubanza e riluttanza con cui questo argomento viene affrontato in Italia.
Lui mi inizia a spiegare come avviene. Mi mostra un foglio in cui da una parte sono elencate delle cose che un bambino di solito fa quando la sua espressione appartiene al genere opposto e quindi può non necessariamente portare ad avere un bambino/ragazzo trans; dall’altra parte, a destra, sono invece tutti quegli atteggiamenti che se uniti anche ai primi possono invece far pensare a una questione di identità di genere. Io leggo e dico “los tenemos todos, olè”
Mi chiede se Lori abbia fatto una transizione sociale e gli dico che si, va a scuola come una bambina, tutti la trattano da bambina, tanti non sanno nemmeno che è assegnata maschio alla nascita, ma che a casa parla ancora al maschile e anche noi. Lui, giustamente mi dice che è abbastanza normale che dopo dieci anni fatichi a cambiare, soprattutto poi se ha sempre potuto essere se stessa e quindi la desinenza al maschile non è stata di impedimento. Mi dice che comunque faccio bene a seguire i suoi tempi, rispettare i suoi spazi, anche se per me magari è faticoso. Prima viene Lori. Ed è davvero molto importante che possa vivere nel genere sentito.
Chiedo: “ma terapie psicologiche?” “Perché? Se il bambino o la bambina sono così da sempre, non dobbiamo mica capire perché, dobbiamo farli stare bene!”
Mi mostra le immagini della scala di Tanner (che sono gli stadi in cui è suddiviso lo sviluppo puberale) e mi dice che allora se Lori ha dieci anni probabilmente abbiamo ancora davanti 18/24 mesi, anche se ovviamente lo sviluppo cambia da bambino a bambino, e di tenere sotto controllo la crescita dei primi peli del pube. Quello è il secondo stadio della scala di Tanner ed è il momento in cui si inizia a somministrare i bloccanti. I bloccanti bloccano, appunto, la produzione degli ormoni che fanno cambiare il corpo verso un genere piuttosto che un altro e fanno sì che il bambino non sviluppi ansie o depressioni perché il corpo va nella direzione per lui sbagliata in un momento in cui lui/lei è ancora abbastanza piccolo/a.
“Conosce cosa sono i bloccanti?” mi chiede. Dico di sì. Lui aggiunge “è un medicinale che viene da anni e anni usato per la pubertà precoce, non ha alcun effetto collaterale ma è molto importante per la salute mentale di questi bambini in quel preciso momento” Mi spiega che con i bloccanti il bambino continua a crescere in altezza e fisicamente, anche se più piano, però non sviluppa le caratteristiche secondarie: voce grave, peli, barba ecc. Loro somministrano i bloccanti per un anno, massimo due perché è importante anche che il ragazzino non si senta “diverso” dal gruppo dei coetanei. In questi anni c’è sempre chi sviluppa prima e chi dopo ma si tratta sempre di un divario di un anno o due, non di più. I bloccanti vengono somministrati con una iniezione ogni tre mesi, per cui non c’è assolutamente la sensazione di essere malati o “in cura” e questo anche è molto importante per sentirsi bene con se stessi.
Felipe continua dicendo che, finito questo periodo, se l’identificarsi con un genere differente da quello assegnato alla nascita persiste (come spesso accade) si inizia allora con la femminilizzazione o mascolinizzazione del corpo attraverso una graduale introduzione di ormoni se la persona lo desidera. Gli ormoni sono sotto forma di semplici gel, o spray o iniezioni. A questo punto il corpo sì inizia a cambiare verso il genere sentito. Nel caso quindi di un bambino che si sente bambina inizia a crescere il seno, la voce rimane acuta, la barba e i peli non arrivano mai e , nella situazione contraria, il seno non cresce, aumenta la peluria, la voce si fa più bassa, spunta il pomo d’adamo.
“Sai che cosa vuol dire tutto questo? – dice – Che i nostri ragazzi non dovranno subire interventi chirurgici a parte, se lo vorranno”
Io ormai avevo la mandibola pendula.
Mi dice che devo stare assolutamente tranquilla, che la società sta cambiando, che cambierà anche l’Italia. “Sai quanti studenti italiani trans abbiamo che fanno l’erasmus qui e si fanno seguire da noi? So come è la vostra situazione, ma saranno obbligati a cambiare. Da noi ogni mese arrivano bambini nuovi. Non c’è nulla da temere. I vostri bambini saranno degli adulti fantastici!”
“Ma per il nome?”mi chiede. “Cosa?” “Lo sai che su alcuni documenti, tipo la tessera sanitaria, si può cambiare il nome, vero? Sennò ogni volta che la mostri costringi Lori a un coming out che magari non vuole fare! Torna tra due settimane che ora l’amministratrice è in ferie e te la cambiamo.”
…
Mi dice di proseguire così e di tenere solo sotto controllo “i peli” e che è a nostra disposizione per tutto in qualunque momento.
Ci salutiamo. Esco. In sala d’attesa c’è un giovane papà tutto tranquillo che chiama la figlia sui 10 anni che sta giocando al cell tutta serena. “Dai tocca a noi, tesoro” Li riconosco dalle foto postate sul gruppo whatsapp delle famiglie dell’associazione . Sono un papà e una figlia esattamente come tutti gli altri.
9 thoughts on “Fantastico! Genitori leggete!”
Finalmente !
Sempre emozionante e nello stesso tempo tranquillizzante leggeri.
E cosa si può dire dopo il tuo racconto ambientato su Marte?
Solo che tutte le nostre paure derivano principalmente da una società priva degli strumenti idonei ad affrontare i Vorrei che tu fossi qui con me. Questa pioggia, il rifugio, il vin brûlé, non hanno senso se non posso condividerli con te.. Una società rimasta a quel ” bisogna che tutto cambi perché tutto resti com’è “.
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Grazie Camilla.
Meraviglia!
Non ho quasi parole… Per una persona trans cresciuta in un ambiente totalmente diverso sembra quasi un sogno, il paradiso… Bloccare la pubertà, non sviluppare mai caratteri sessuali secondari non graditi, cambiare il nome sui documenti senza dover ricorrere all’autorizzazione di un giudice. Per me, almeno le prime due, sono solo sogni perché purtroppo il periodo pre-pubertà l’ho superato da molto.
Sinceramente (almeno per i prossimi cinque anni, poi boh) non penso proprio che vengano fatti dei passi avanti con il governo che ci ritroviamo. Ma sono felice che almeno in Spagna le persone trans siano tutelate, possano essere serene e soprattutto felici. Perché la società non calpesta in continuazione la loro dignità, perché la società le rispetta e le tratta come esseri umani, come dovrebbe essere ovunque. Com’è giusto che sia.
Emozionante! Chissà che belline che siete insieme! Che donna! E che mamma!
Tutto questo e’ meraviglioso
È stata una bella emozione leggerti, e sono arrivata qui dopo aver visto il video di Saverio Tommasi su tua figlia. Sei una gran persona e una grande mamma e a me hai mostrato uno sguardo su un mondo che conoscevo solo molto superficialmente. Fortunati i figli di madri come te. Continuerò a seguirti. Complimenti Camilla, ti abbraccio
Anna