Oggi sono 12 giorni da quando siamo arrivati in Spagna. Ogni giorno mi ritrovo a fare, mentalmente, la lista delle cose da importare in Italia. Non sono in realtà ‘cose’ ma atteggiamenti, desideri e necessità che producono azioni, ostinazione e semplicemente amore. E’ un po’ come se l’Italia andasse piano piano verso un totale non amore. E’ come se il “disamoramento”, come se la fatica e a sfiducia totale che prova la buona gente comune permeasse tutto quanto, dirompendo in un senso di rassegnazione cupo e triste. Dando via libera a chi persegue la discriminazione, l’odio e la non accettazione. Ed ecco che allora quasi 100 anni più tardi diventano paurosamente attuali le parole di Antonio Gramsci quando diceva:
Il fascismo si è presentato come l’anti-partito, ha aperto le porte a tutti i candidati, ha dato modo a una moltitudine incomposta di coprire con una vernice di idealità politiche vaghe e nebulose lo straripare selvaggio delle passioni, degli odi, dei desideri. Il fascismo è divenuto così un fatto di costume, si è identificato con la psicologia antisociale di alcuni strati del popolo italiano.
La mia piccolissima esperienza di questo anno dimostra invece che la gente comune, appunto, è ancora ricca dentro, desiderosa di lottare per un futuro migliore, aperta a capire il nuovo, accogliente e desiderosa di essere accolta. Mi rifiuto di pensare che ci daremo tutti in pasto agli xenofobi, agli omofobi, ai neofascisti, a chi vuole “gli altri a casa loro”. Gli altri, ognuno a modo proprio, siamo anche noi.
Abbiamo bisogno di un sentire comune che porti via la paura e ci faccia credere di nuovo nelle piccole cose.
Ieri è stata una giornata bella.
Alle 17.30 avevo appuntamento con Eva dell’associazione Chrysallis, rappresentante della comunità Valenciana. Eva è una donna intensa, che deve averne passate molte nella vita, ma che non ha perso il sorriso, l’altruismo, la fiducia. Combattiva e pratica. Abbiamo passato 4 ore a parlare, col mio cervello che, tra lo spagnolo e le preoccupazioni, fumava a tratti tipo l’Old Faithful.
Chrysallis è stata fondata nel 2013 da tre mamme di Madrid e una di Barcellona che hanno da subito creduto fermamente nel fatto che i diritti delle persone transgender vadano rispettati fin dalla prima infanzia. Hanno lottato e fatto informazione, fatto informazione e lottato e adesso sono più di 600.
Mentre Eva mi raccontava tutte le cose che hanno ottenuto mi pareva di vedere un pezzo di paradiso che prendeva forma e che è quello che dobbiamo perseguire anche in Italia.
Un bambino qui in Spagna può essere se stesso e esprimerlo a scuola esattamente come a casa con la possibilità di scegliere che cosa sia meglio per sè.
Un bambino deve essere libero e rispettato nelle sue scelte: se un maschio si sente femmina o viceversa, ma anche se si sente di genere fluido e quindi cambia nel tempo, deve poter scegliere per sé i vestiti che desidera e essere rispettato nel suo modo di presentarsi. Ovunque.
Un bambino deve essere libero di poter scegliere il bagno che preferisce senza doversi sentire discriminato. Anzi qui si cerca che almeno per le elementari esistano i bagni unici così come era alla materna. In fondo i bagni hanno le porte quindi cosa cambia?
Un bambino che fa uno sport, a scuola come fuori, deve poter usare lo spogliatoio in cui si sente più a suo agio. Non solo, ma quando fa uno sport e inizia a farlo a livello preagonistico e agonistico, deve poter gareggiare nella squadra del genere a cui si sente di appartenere.
Un bambino può scegliere per sé il nome che sente più giusto e questo deve essere utilizzato da tutti.
Un bambino ha diritto a una infanzia felice a prescindere dalla sua identità di genere.
Tutte queste cose sono diritti che queste quattro mamme hanno ottenuto, non solo: hanno attenuto che tutto questo si possa fare senza alcuna diagnosi di disforia di genere. Hanno ottenuto che il cambio di nome anagrafico possa avvenire prima della maggiore età (il figlio di Eva lo ha avuto a 11 anni). Hanno attenuto che il cambio avvenga a prescindere dal percorso che ciascuna persona intraprende. Ciò vuol dire che non è garantito esclusivamente dal cambio di sesso, ma qualunque persona si senta con una identità di genere differente dal proprio sesso biologico possa compiere il percorso che sente più giusto: sia che questo arrivi alla riassegnazione chirurgica del sesso sia che questo si interrompa prima a qualunque stadio. Hanno ottenuto che chi lo desidera possa, prima dell’inizio della cura ormonale, congelare ovuli o spermatozoi per poter in futuro avere figli biologicamente propri (ohi ohi tasto dolente lo so….ma quante volte anche io ci ho pensato per mio figlio….e quanto mi son sentita felice ieri per questa possibilità…devo ammetterlo)
In questo momento tutti questi bambini e ragazzi sono a un campo estivo. Stanno facendo Kajak, trekking, nuoto, in mezzo alla natura, divertendosi insieme.
Questo è quello che dobbiamo ottenere anche noi madri e padri pionieri di questa battaglia in Italia e dobbiamo vedere in questo esempio spagnolo, che in 4 anni ha ottenuto così tanto, una strada da seguire.
Non finirò mai di dirlo: il mezzo più potente per arrivare al nostro scopo è fare informazione.
Per fare informazione non intendo solo creare corsi o tenere conferenze, ma anche solo parlare di noi. Sdoganare questo argomento; far vedere che siamo famiglie come le altre; dimostrare ai padri titubanti che non sono soli, che ci sono altri padri come loro; non nasconderci; parlare; raccontare;mostrare.
Non ho mostrato per molto tempo il volto di mio figlio per proteggerlo, ma sopratutto per fare la cosa che gli altri ritenevano giusta. E anche un po’, ve lo confesso, per non avere rotture di palle: “ma sei matta a esporlo?”, “non deve rimetterci lui!”, “creerai un trauma a lui e ai suoi fratelli”.
Quando mi sono messa in macchina per partir verso la Spagna, mano a mano che guidavo, sentivo il peso della pressione sociale che si alleggeriva e sempre più chiaro diventava il fatto che noi davvero non abbiamo nulla da nascondere . Se qualche pazzo, pedofilo, omofobo vuole usare le foto di mio figlio lo farebbe comunque. Né più né meno di come lo farebbe con quelle di tutti i vostri figli messe su fb o nelle cartelle del vostro cellulare. Chiunque può arrivare a tutto al giorno d’oggi. Ma nessuno può arrivare a farmi vergognare e/o preoccupare per essere chi sono io o i miei figli.
Ecco che allora ho sì peccato di esibizionismo moderno aprendo un meraviglio profilo Instagram
L’ho fatto perché credo nel potere delle immagini. Credo che una immagine di serenità, felicità e bellezza possa trasmettere di più di mille cose che io possa dire sulla serenità e normalità dei bambini come il mio.
2 thoughts on “Incontri speciali per risultati speciali”
Camilla, ti stimo molto per quello che stai facendo. Per quello che stai in realtà facendo anche per me.
Io e la mia famiglia viviamo in Inghilterra, ed avere un figlio in rosa è molto più “semplice “. Ma in Italia….
Ti seguo molto volentieri.
In bocca al lupo.
Fantastico!!! ❤️