Questo è un post politicamente scorretto. Forse mi odieranno i padri e forse mi odieranno anche le madri. Ma per una volta voglio lasciare che gli argini si rompano per raccontare la realtà: i padri e mariti che circondano noi madri e mogli di bambini con varianza di genere sono nella maggior parte dei casi VER-GO-GNO-SI!
Basta, sono stufa di dover fingere solo perché anche io temo che poi tutti attribuiscano (sbagliando) la varianza di genere all’assenza della figura paterna! Anche perché poi, se ci fate caso, anche dicendo così, l’accusa non è rivolta mai nei confronti di questi padri, ma sempre di noi madri che non capiamo che se i nostri figli sono così è per l’assenza del padre. Assenza che magari siamo noi a incoraggiare (sempre secondo gli altri).
Allora:
ognuno nasce com’è. Non lo diventa.
I nostri figli sarebbero stati dei bambini arcobaleno a prescindere. Padre, madre, nonni, traumi, adozioni, abbandoni ecc sono tutte cazzate. Anche perché poi, allora, non si spiegherebbero le bambine/ragazzine che si sentono maschi. Ma quelle non danno nell’occhio perché essere o sentirsi maschi è sempre e comunque un valore aggiunto. Una promozione al gradino più alto. Non per nulla, sentite mai dire “quello è un uomo trans”? No. Si parla sempre de “La Trans”. Credetemi: di uomini trans ce ne sono parecchi, ma a nessuno gliele frega nulla di loro. Loro stessi spesso raccontano di come, una volta diventati socialmente e esteticamente maschi, il fuori abbia cambiato letteralmente comportamento nei loro confronti.
Quindi il padre non c’entra nulla con la natura dei nostri figli se non nella misura in cui rende, nella maggior parte dei casi, la vita impossibile a noi madri e ai nostri figli, scatenando tutte quelle problematiche che poi spesso sfociano nella vera e propria disforia che dal mio punto di vista si potrebbe spesso ridefinire “ho un padre coglione”.
E sì: ho cercato per molto tempo di proteggerli continuando a dire “i padri ci sono” ogni volta che mi veniva chiesto dove fossero. Mi dicevo: “figurati: il maschio medio va in crisi se gli sposti i mobili del salotto e ha bisogno di riabituarsi, immaginati se gli cambi il genere del proprio figlio” (e l’ho scritto in corsivo per sottolineare che è ovvio che so che non glielo cambia nessuno il genere a un figlio o a una figlia ma intendo dire che il cambiamento avviene nell’immaginario e nelle aspettative del padre). Allora mi sono detta: diamogli tempo; sono più lenti; sono più impegnati col dover portare il pane casa (nella loro testa, come se noi non lo facessimo); hanno il calcio; leggono meno.
Be’ ora il tempo è scaduto. E la realtà è che sono dei padri, posso dire, “di merda”? Perché non solo spesso non si interessano minimamente della questione, ma diventano loro il problema per noi madri. Normalmente l’iter classico col quale mi ritrovo a dover combattere è la madre che si rende conto che il figlio o la figlia non si identifica nel proprio genere biologico, si preoccupa, inizia a studiare e capire, si sente sollevata dopo lo sconforto iniziale perché capisce con cosa sta avendo a che fare e quindi entra in modalità eterna di accoglienza, comunica la cosa al marito – se non lo aveva già fatto – e da lì parte il dramma. Il marito inizia ad accusarla di essere fuori di testa, di non essere in grado di educare, di viziare, di soddisfare ogni fregola, di avere dei problemi lei. Ovviamente questo come se il suo contributo alla crescita e educazione dei figli fosse non importante. Voglio dire: se c’è stata una carenza almeno che mettesse in dubbio che è di entrambi i genitori. No. Lui si fa ampiamente i cazzi suoi, però di default sa per certo che quello che sta succedendo al figlio o alla figlia è colpa della madre. La quale si ritrova spesso a dover perdere più tempo dietro alle cazzate del marito e a parare i suoi colpi che non a occuparsi di ciò che sta succedendo al bambino o alla bambina. Che poi, non è che per le madri sia una passeggiata di salute. Non è che loro avrebbero mai immaginato di dover vivere una cosa così. Non è che loro si divertono a dover passare le notti, di nascosto, a cercare informazioni manco fossero delle delinquenti! Anche a noi farebbe bene metterci sul divano a guardare un film e poi farci una sana dormita. Ma le donne sono masochiste, no? A loro piace complicarsi la vita, no? Questo è quello che pensano, i mariti!
Ecco: vi svelo un piccolo segreto: gli stronzi sono i padri. I padri che se ne strafregano, che accusano, che non sono in grado di accogliere realtà differenti, che non sanno voler bene ai figli per ciò che sono. E ve ne svelo un altro di piccolo segreto: potrete fare tutto ciò che vi passa per la testa ma la natura non la cambierete.
E’ vero ci sono padri accoglienti. Sì ne conosco. Ma, vi domando: qualcuno di voi che legge conosce padri che stanno in prima linea per i propri figli, che si espongono, che ci mettono la faccia? Io ne conosco uno: Francesco. Un padre solo che ha avuto non il coraggio, ma l’amore di schierarsi pubblicamente a fianco della propria bambina e della causa.
Trovo che sia giunto il momento di accusare i padri e non le madri. Trovo che sia giunto il momento di riconoscere la forza di queste donne che ogni giorno sfidano loro stesse nella comprensione e nell’accompagnamento dei propri figli e delle proprie figlie. Non è facile nemmeno per loro, sapete, uscire a comprare un paio di boxer per la loro bambina o un paio di mutande della Sirenetta per il loro bambino. Non è facile rivedere tutto, destrutturare il binario che è anche loro, sfidare le commesse e i commessi dei negozi, ed è ancora meno facile tornare a casa con l’ansia di che cosa dire a voi padri, che magari come cruccio avete il rigore mancato o il cartellino giallo al vostro giocatore preferito, e che non vi siete presi la briga di chiedere o osservare o ascoltare nulla di diverso dal calciomercato estivo senza accorgervi minimamente che vostra figlia è stata in jeans e maglietta sotto l’ombrellone senza mai spogliarsi o che vostro figlio ha avuto davvero molte difficoltà a mettere i boxer da mare quando avrebbe voluto il bikini. Perché che ve ne frega a voi: tanto Ronaldo è alla Juve! Apriti cielo, però, quando quel bordo di boxer spunta dai pantaloni. Ecco che allora la madre diventa l’educatrice inadeguata da tormentare e che immediatamente diventate gli esperti di identità.
Ma che cazzo di educatori e figure genitoriali siete voi, ve lo domandate mai?
Di che contributo date alla serenità famigliare?
Di che appoggio offrite a queste madri che devono affrontare tutto da sole?
Pensate che loro non si sentirebbero più serene a varcare la soglia dell’associazione LGBT+ con accanto l’uomo con cui dovrebbero condividere la vita?
Pensate si divertano?
Ho scritto due righe l’altro giorno sulla mia pagina facebook chiedendo ai padri di battere un colpo. Non si è fatto vivo nessuno. NESSUNO. Nemmeno il mio ex marito a cui avevo esplicitamente scritto in un messaggio “per favore pubblica una foto di te coi bambini. Fai vedere che ci sei”.
Ok siete al lavoro; pure noi.
Ok avete tanti pensieri; pure noi.
Ok non sapete come affrontare la cosa; nemmeno noi.
Ma NOI ce la mettiamo tutta.
E’ una vergogna. Non solo vostra, ma della società tutta che dà per scontato che vada bene che i padri siano assenti.
Sono stanca, arcistufa e anche molto incazzata di ricevere telefonate di madri il cui principale problema è gestire il marito. E sono stufa e arcistufa e anche molto incazzata che l’allusione sia che i nostri figli e le nostre figlie siano ‘così’ perché noi siamo sbagliate.
Esistono tre dati di fatto:
1 – I nostri figli e le nostre figlie sono così perché sono così e basta.
2 – Noi madri ci facciamo un grande, immenso, infinito culo tra solitudine, accuse, minacce, paura
3 – I padri non fanno I PADRI!
Quindi me la sentirei di concludere con un appello proprio a loro:
se non volete aiutare, almeno non rompete le palle!
Perché, se a voi non interessa il fatto che il 43% di questi ragazzi e ragazze (che vi ricordo così en passant sono anche figli vostri) finiscono per suicidarsi, a noi invece sì. E lo riteniamo più importante del bordo dei boxer che esce dai pantaloni.
Ovviamente qualunque tipo di smentita da parte di padri sarà assolutamente la benvenuta!
9 thoughts on “Padri, avete stufato!”
Fa sempre male leggere queste cose ma, purtroppo il livello di ignoranza (insteso come non conoscenza dell’argomento) è davvero molto alto in Paesi come il nostro. Però non è sempre vero che son solo gli uomini a non capire, è una cosa molto più diffusa… ahimè! Possiamo solo sperare che col tempo le cose cambino. Un grosso abbraccio
Parole molto belle, molto forti! Grazie..
Delirio allo stato puro
Della serie donne che odiano gli uomini.
Cara signora Camilla se lei ha seri problemi con l’altra metà del genere umano, cerchi di non trasmetterli ai suoi figli, anche se in parte il danno sembra già fatto.
Sto leggendo questo post con le lacrime agli occhi. È tutto verissimo, ogni singola parola. Chi non l’ha vissuto non puo’ (o non vuole) comprendere l’ enorme peso che grava sulle madri, la fatica che fanno ogni giorno per difendere il diritto dei propri figli ad essere semplicemente se’ stessi. Grazie Camilla
Solo per dirti che ti capisco, che vivo l’assenza di un padre e che mi sono sentita dire che era colpia, anche quando ho cercato di fare ogni tentativo per far avvicinare il padre al figlio, quando ho proposto articoli, libri, sedute di terapia che mi hanno rovinato economicamente, anche quando ho supplicato aiuto. Ci siamo sentite tempo fa perché il mio bambino aveva appunto una possibile difficoltà con il genere o come la si vuole chiamare. Da tempo questa fase è superata ma restano altre gravi problematiche, tipo reazioni di rabbia, intolleranza alle frustrazioni, dipendenza dalla madre ( e era forza il padre è assente emotivamente e non solo!!!!) Unite ad un protagonismo in mio figlio fuori dal tollerabile… Ci sono giorni come questo che fa di tutto per ferirmi e mandarmi di fuori, riuscendoci completamente! Questo per dirti che io non so se davvero si nasca così e di diventa così, credo che sia un mix di fattori genetici ed ambientali che poi portano al comportamento così come appare, nel bene e nel male. So che di certo i figli, anche qua nel bene ma soprattutto nel male, fino purtroppo Delle madri e so sulla mia pelle quanto faccia male sentirsi dire che è colpa nostra quando si è chiesto in ogni modo al fantomatico paterno di sostenere il bambino, il bimbo che diventa sempre più della mamma in ogni senso… E poi certo che l’astio nel maschile si crea! Scusa lo sfogo, spero tu riesca a capire cosa intendo dire! Buon proseguimento per tutto!
Ciao, complimenti per il tuo coraggio e per il sito ricco di informazioni anche per chi come me non conosce bambini arcobaleno, anzi che proprio non pensava nemmeno al fatto che potesse esistere un’infanzia trans…
Sono arrivata sul tuo blog per caso, così ho scoperto questa nuova realtà e incuriosita mi sono messa a leggere molti tuoi post per capirne di più: si può imparare ogni giorno qualcosa di nuovo!
Ho deciso di commentare questo post perché riguardo i padri devo dirti che purtroppo situazioni simili capitano anche in famiglie senza bambini arcobaleno. Dove i padri prima non collaborano all’educazione dei figli e lasciano che siano le madri a occuparsi di tutto, poi si lamentano di ciò che secondo loro è sbagliato nei figli e danno la colpa alle madri di come li hanno educati…
Fortunatamente non tutti i padri sono così e soprattutto sono situazioni molto meno pesanti rispetto alle tue, ma le dinamiche sono simili, dal sentirsi dire che abbiamo problemi noi mamme fino a trovarsi a combattere contro i padri…
In ogni modo, continua così, la cosa più importante è la felicità dei figli!
Mi dispiace che tu abbia questo rancore verso i padri.. perché?
Innanzitutto confermo quanto scrissi tempo fa: hai tre figli bellissimi, sani e molto svegli: credo sia sufficiente a dormir sonni tranquilli.
Condivido in pieno la teoria “genetica” come spiegazione dell’orientamento sessuale. Tuttavia, sono altrettanto convinto che le esperienze di vita, soprattutto durante l’infanzia, amplifichino o inibiscano certe predisposizioni congenite. Per esperienza diretta ed indiretta, posso affermare che l’assenza della figura paterna e/o il timore nei confronti di una figura materna “un po’ violenta” (passami il termine) o comunque molto forte e possessiva, promuova, nei maschi, la manifestazione di una predisposizione alla bisessualità o all’omosessualità. In sintesi, non credo sia del tutto corretto affermare che i padri (o le madri) non c’entrino nulla. Con questo non intendo giudicare o biasimare nessuno, soprattutto in virtù del fatto di non ritenermi, per primo, all’altezza del compito di genitore. Anzi, osservando il comportamento dei tuoi figli, penso siano stati educati in modo esemplare, e siano destinati ad inserirsi felicemente all’interno della società. Questo è ciò che conta. E’ il risultato a cui aspirano tutti i genitori coscienziosi: se ci sei riuscita da sola, maggior merito; se tuo marito ha contribuito, puoi considerarlo comunque un contributo positivo, perché lo scopo è stato raggiunto.
Cose che sai già, ma a volte, fa bene sentirsele dire.
Un abbraccio.
Fabio.