Che fatica!

Tutti quelli che ci conoscono già lo sanno, ma forse c’è bisogno, per tutti gli altri, di chiarire per bene alcuni punti. Diciamo che non c’entrano direttamente con la disforia di genere né con l’essere gender fluid per sé, ma con quello che una mamma si trova a dover affrontare (E vi assicuro che, unito alle preoccupazioni che già uno ha riguardo al presente e al futuro, affaticano assai! – perché ovviamente nessuno di voi penserà che io affronto tutto questo a cuor leggero, vero?)
Sono solamente e banalmente separata come moltissime altre coppie che si lasciano per incompatibilità di carattere. Il mio ex marito contribuisce al mantenimento dei figli e alla loro educazione come ogni padre. Siamo una famiglia normale come tutte le altre. Io per conciliare la vita da mamma full time e le bollette da pagare ho sempre ospitato studenti stranieri che sono stati un impegno ma anche una finestra sul mondo per me e i miei figli.
Mio figlio non ha mai preso alcun medicinale. Qualche volta la tachipirina per la febbre e forse una o due volte l’antibiotico. In nove anni mi ritengo molto fortunata. I miei figli non si ammalano quasi mai.
Chi scrive che io ho dato chissà che a mio figlio o ho intenzione di farlo si può mettere l’animo in pace.
Si può mettere l’animo in pace anche chi crede che mi metterò a fare battaglie in tv. Si, é vero sono stata chiamata in tv da reti regionali, RAI e Mediaset. Mi avete mai visto? Non ho mai accettato perché credo sia necessario rispettare chi non é ancora pronto ad affrontare discorsi così e sia necessario fare informazione piano piano perché solo piano piano si costruisce qualcosa di solido.
Non avevo aperto il blog per combattere. L’ho fatto per raccontare la mia storia. Che é una storia vera. E la racconto più per cercare un confronto che per imporre una verità. Così ben vengano dubbi, domande, incertezze. Sapeste quanti ne ho avuti io e quanti ne ho ancora!
Ho toccato il tasto dolente dei bloccanti, è vero! Mea culpa! Ma la verità è una (leggetela bene): se mio figlio tra qualche anno – TRA QUALCHE ANNO – uscirà da questa lunghissima fase per riconoscersi maschio nessun problema anzi….festa grande!!! Ma se non ne uscirá io sarò TRA QUALCHE ANNO  costretta a prenderli in considerazione, ‘sti cavolo di bloccanti! Ribadisco, non ora, ma tra un po’ di anni! Ne sarò felice? No! Lo farò tranquillamente? No. Avrò paura degli effetti collaterali? ASSOLUTAMENTE SI (come ogni  volta che ho dato una medicina ai miei figli) Mi affiderò, però,  a un bravo endocrinologo e seguirò quello che mi dirà. Esattamente come immagino facciate tutti voi quando c’è bisogno di seguire i vostri figli. L’alternativa certa  ai bloccanti é depressione, anoressia, suicidio. Onestamente credo, nel caso, sarà mio dovere intervenire. Io so, lo so per certo, che voi, tutti voi, anche quelli che non condividono le mie scelte, al posto mio, di fronte a un figlio che soffre, fareste lo stesso!
Altro punto da chiarire: l’intervento di psicoterapeuti! Siamo seguiti? Siamo matti? Abbiamo bisogno di andare in analisi? Sotto consiglio della maestra tanti anni fa sono andata da una psicologa dell’infazia per farmi io consigliare su come fosse meglio che mi comportassi. Ci siamo confrontate e mio figlio ha continuato a essere sereno e a essere accudito da me serenamente.  Durante il periodo della mia separazione idem perché ho ritenuto potesse essere utile confrontarmi nel prendere alcune decisioni. Quando poi mio figlio insisteva col chiedermi quando poteva diventare femmina gli ho chiesto se se la sentisse di parlare con una signora che si occupava di bambini come lui. (IO l’avevo già contattata per i fatti miei senza coinvolgerlo ed era stata proprio lei a suggerirmi di aspettare il momento in cui mi sarei accorta che mio figlio sentiva l’esigenza di un confronto) Lui ha detto subito di si (ormai aveva 7 anni) e così sono andata per la prima volta con lui dalla psicologa dell’ambulatorio di disforia di genere dell’ospedale di Careggi (non in ospedale perché non volevo farlo sentire malato bensì in un ambulatorio in un palazzo normale). Con lei mio figlio ha fatto un percorso di valutazione durante il quale si sono visti 5/6 volte e alla fine del quale é risultato che mio figlio non presenta alcuna sofferenza legata a una disforia di genere ma é un bambino sereno, sicuro di sé e dei suoi gusti che difende con coraggio e intraprendenza. Questo al netto dei suoi sette anni. Essendo comunque una vita in divenire ( come quelle di tutti) ed essendo lui un bimbo ‘anomalo’ per gusti e comportamenti e potendo questo suscitare reazioni nel mondo esterno la dottoressa consigliava di fare sempre molta attenzione e rimaneva a mia disposizione per ogni sviluppo futuro. Da allora siamo sempre in contatto per far sì che mio figlio rimanga un bambino sereno!
Tutto questo a me onestamente non pare fantascienza, ma il comportamento normale che ogni genitore dovrebbe avere.
Siamo tutti in attesa degli eventi.
Per ora mio figlio gioca sereno al parco con gli amici, si guarda Victorious alla tele, studia e va bene a scuola, si prepara per la recita di fine anno e rompe le scatole come ogni bambino che si rispetti! Nessuno sta intervenendo su nessuno. Nessuno lo ha mai fatto. Ma sono felice che ieri il mio blog abbia avuto quasi 4000 visite per un totale di più di 14000 post letti! Evidentemente c’è bisogno di sapere molto più di quanto io stessa credessi!

Ringrazio tutti!

Soprattutto gli scettici. Io ero una scettica tanti anni fa e guardate la vita come ti cambia!

6 thoughts on “Che fatica!

  1. Posso solo immaginare quanto sia faticoso per te affrontare tutto questo come se gia’ la vita di una mamma separata non fosse abbastanza complicata (parlo per esperienza) ma quello che stai facendo per tuo figlio e’ importantantissimo e meraviglioso. Il tuo blog e’ una risorsa preziosa e spero che aiuti molte persone a chiarirsi le idee (molto confuse) sulla fluidita’ di genere. C’e’ tantissima ignoranza in merito.
    Non mollare!
    Daila

  2. Grazie per questo blog. Spiegaci, che abbiamo tutti bisogno di capire!

  3. Cara Camilla, sono arrivata al tuo blog dopo aver letto l’articolo su Vanity Fair. Volevo farti i complimenti per come stai aiutando tuo figlio a crescere. Vorrei che la tua storia ci aiutasse a capire che non dobbiamo aver paura di ciò che è diverso, che la diversità può essere un’opportunità per apprezzare sfaccettature nuove della vita. Anche io, pur non dovendo per ora affrontare queste tematiche con i miei figli, ho tanta paura per il loro futuro, immagino quanti dubbi e pensieri possa avere tu. Un abbraccio forte e in bocca al lupo per tutto! Chiara

  4. Ciao Camilla
    Mi presento, sono Tiziana vivo sul lago maggiore e sono di origine campana.
    Non sono mamma purtroppo non sono arrivati ma ho 5 meravigliosi gatti che mi regalano gioie infinite.
    Ho letto l’articolo pubblicato sulla stampa che parlava di voi e della vostra a mio giudizio straordinaria storia.
    Difficile complessa ma davvero straordinaria
    Non voglio essere ne melensa ne retorica, voglio stringervi in un abbraccio virtuale e dirvi che nel mio piccolo io racconterò quello che ho letto e sosterrò il vostro impegno e la vostra fatica perché capisco quanto sia faticosa la strada intrapresa.
    Cara Camilla e little L io vi devo un grazie per aperto un po’ di più i mio sguardo sul mondo ed il mio cuore per accoglierlo.
    Sono tante le cose che vorrei dirvi e spero ci sia modo è tempo per farlo. Intanto vi lascio una serena e dolce notte e grazie di cuore. 😙

  5. Ciao Camilla, complimenti per il tuo blog.
    Volevo dirti questo: da piccola io volevo essere un maschio, odiavo il rosa, detestavo le gonne, mi facevo tagliare i capelli cortissimi e cercavo anche di comportarmi come i maschi (incluso fare la lotta, arrampicarmi sugli alberi, giocare con le macchinine e fare pipì in piedi!).
    Il perché ?…non lo so esattamente….il mio pensiero di allora in ordine sparso: mio papà era maschio e mi sembrava migliore di mia mamma, io amavo il mio papà e volevo essere come lui, mia mamma criticava spesso il genere femminile, i miei compagni maschi mi sembravano più forti, più rispettati e più considerati, le femmine mi sembravano più deboli e io non volevo sembrare debole, mio fratello era amatissimo da mia madre (rinnovando dentro di me il pensiero che maschio era meglio)….per tutti questi motivi mi ripetevo e dicevo ai miei genitori che avrei voluto essere un maschio.
    Onestamente i miei genitori non hanno mai dato il minimo peso a tutto ciò e mi hanno lasciata fare (forse una bimba che si comporta da maschietto si nota meno del maschietto con gusti femminili) e mi dicevano che da piccoli si poteva giocare ad essere chi si voleva ed era normale, ma che da grande sarei stata felice di essere femmina (ovviamente io rispondevo che non sarei mai stata una femmina).
    Comunque quando a 13 anni, ormai sviluppata, un ragazzino che trovavo molto carino, mi scambiò per un maschio, ci rimasi davvero malissimo e iniziai a pensare che qualcosa doveva cambiare, così mi feci velocemente crescere i capelli e cambiai radicalmente abbigliamento e tutto il mio voler essere maschio per incanto si dissolse….
    Il tuo blog mi ha fatto venire in mente un passato che avevo onestamente totalmente dimenticato, forse perché nessuno ci ha mai dato peso.
    Oggi ho una figlia che più rosa, sberluccico e fiocchetti non si può e onestamente anche io mi godo finalmente tutto questo rosa che mi ero sempre inibita!!!
    Chissà dunque cosa ti riserverà il domani…ti auguro ogni bene, comunque vada andrà bene!

  6. ciao e grazie.
    il mio L. ne ha 12 di anni e questo percorso faticoso e senza rete lo stiamo facendo da un pò li figlio mascio che si sente anche femmina e così si veste e si relaziona… ora però inizia a preoccuparsi…. ha paura di cresce e di come cambiera’ il suo corpo… e riuscire a trovare a Roma una strada per aiutarlo sembra molto difficile!!!
    Se hai qualche struttura da suggerirci rispondici pure.
    un abbraccio
    roberta

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