Qualche giorno fa ho scritto il post sullo spettacolo Fa’afafine di Giuliano Scarpinato.
Vedendo quanto e come continuasse la polemica, mi sono messa leggere articoli e vedere brani dello spettacolo che si trovano su Youtube. Ho letto, all’inizio di uno dei video, una frase di Lori Duron, una delle molte mamme americane che conosco da anni e che da anni mi fanno sentire meno sola e meno strana, che descrive esattamente come mi sento io
“Siamo incommensurabilmente fortunati ad avere un figlio di genere non conforme. E’ troppo facile sentirti fortunati quando ottieni quello che desideri. Riesci a sentirti così e continuare a essere riconoscente quando le cose non vanno come ti aspettavi? Sì, ci riesci. E’ questo che ci ha insegnato CJ”
MI sono sentita anche in dovere di mandare un messaggio a Giuliano Scarpinato, il regista, per offrirgli tutto il mio supporto e quasi per confermargli che sì….la gente che fa polemica, semplicemente non sa di che cosa si sta parlando perché io lo vivo tutti i giorni ciò che lui racconta. Anzi io, al contrario degli altri, avendo visto i pezzi dello spettacolo…temo quasi il contrario…Intendo dire: è talmente realistico il suo spettacolo, che ho un po’ di paura che, portandoci mio figlio, si senta quasi svelato….
Eppure c’è chi continua a dire che tutto questo è una invenzione e un modo di manipolare le menti dei bambini!
Ho tradotto il testo di una intervista a Lori Duron e suo marito di qualche anno fa, perché leggendolo (e guardando il video) possiate capire meglio me, mio figlio, Lori, CJ, tutti i bambini come loro e anche Alex di Fa’afafine!
“Mentre stavo cucinando la cena, disegna quella che sembrava una bambina con lunghi capelli rossi, un vestito blu, le scarpe rosse una coroncina viola, occhi verdi e labbra rosse. Non ho dovuto chiedere chi fosse la bambina nella foto. Perché lo riconosco ovunque.”
Questa mamma che vive in California parla del suo bambino che chiameremo C.J., un bambino di 6 anni che insieme a suo fratello Chase, si diverte a fare tutte le cose che piacciono a tutti i bambini, ma anche questo:
“quale vuoi indossare per primo?”
“quello più vistoso”
CJ è gender non-conforming e adora vestiti, colori e giocattoli da bambina dal primo giorno che ha scoperto la sua prima bambola!
“Era nell’armadio della mamma. Lo ho aperto e l’ho trovata e ho capito che mi piacevano le cose da femmina!”
Da quel momento è iniziata la vita “dopo la barbie”. Tutta la dinamica della famiglia ha iniziato a cambiare.
“E’ tutta un’altra storia quando capisci che tuo figlio appartiene completamente al mondo femminile”
Ma parliamo di quello che succede sul piano della natura e della educazione.
“I nostri figli sono cresciuti con la stessa educazione, gli stessi genitori e lo stesso ambiente e abbiamo dei risultati completamente diversi”.
Come genitori Matt e Lorin dicono di seguire la volontà di CJ che è consapevole del rischio di mostrare la sua parte femminile ed è pronto a rispondere a chi gli domanderà perché fa così.
“Cj risponde che il motivo è che lui è gender- non-conforming oppure che questo è il suo stile e al mondo ognuno ha il suo stile”
Quando Lori ha creato il suo blog anonimo su come si trovasse a crescere un figlio gender non conforming è rimasta scioccata dal riscontro ottenuto. Un milione di visitatori da 170 paesi differenti.
“Per me è stato stupefacente realizzare che questo era un “problema” globale che riguardava tantissimi genitori. Un “problema” per tutti i genitori che volevano crescere i loro figli amandoli incondizionatamente.
“Questa non è stata una scelta per noi. Noi stiamo solo lasciando che nostro figlio sia semplicemente chi è.”
Un bambino come CJ ha abbracciato il suo modo di essere molto prima che lo facessero i suoi genitori.
“Alcune persone possono essere diverse. Alcune persone non devono essere diverse perché non lo sono” dice CJ
Diverse ma protette e accolte. E purtroppo molti bambini come CJ non lo sono.
Lory e Matt sono con noi oggi.
D: Quindi partiamo subito con una domanda basilare: a CJ piace giocare con cose che socialmente vengono ritenute “da femmina” e gli piace essere trattato come un bambina. Tu hai usato termini come gender non conforming oppure gender creative, che cosa vogliono dire per te?
R: Vuol dire che lui è un bambino maschio che però non va d’accordo con ciò che la società crede che un bambino maschio debba essere. Lui sa di essere maschio, gli piace il suo corpo, ma non si sente a suo agio con ciò che la società gli impone di essere
D: Torniamo al momento in cui vi siete accorti che lui era diverso da tutti gli altri bambini della sua età. Hai parlato di essere andata nel reparto delle barbie o nella sezione rosa dei negozi e che lui si è illuminato appena ha visto quelle cose
R: Sì! Lui una volta ha trovato una barbie nel mio armadio e noi diciamo sempre che è come se da quel giorno lui fosse venuto alla luce. Ormai parliamo della nostra vita dicendo “la vita prima della barbie e la vita dopo la barbie!” Poi siamo andati in un negozio e siamo andati nel reparto rosa che fino a quel momento avevo tenuto nascosto semplicemente perché avendo due figli maschi andavo direttamente nel reparto blu e lui si è illuminato e lo ha fatto suo
D: Matt, dimmi molto sinceramente come gestisci tu, da padre , tutta questa cosa? hai mai avuto momenti in cui ti sei detto: cavolo come vorrei che CJ prendesse un palla da baseball e giocasse con me invece che una barbie?
R: Beh ce ne sono stati molti di momenti così. Voglio dire…questa è una situazione che è in continua evoluzione dal primo momento in cui ci siamo accorti che c’era qualcosa di diverso a dove siamo oggi, con alti e bassi sia in me che in Lori. ma certamente sì, ci sono stati momenti di frustrazione, ma la cosa più importante in tutto questo è amare tuo figlio incondizionatamente. Abbiamo costruito la nostra famiglia basandola sull’amore, la fiducia, e creando un ambiente protetto e questa è la cosa più importante che posso dare ai miei figli.
D: Ma, Lori, voi potete creare un ambiente protetto a casa ma non potete garantire quello che succede al di fuori. Io stesso sono padre di una bimba di sei anni che sta per iniziare la prima elementare e una delle mie paure più grandi è che qualcuno possa prenderla in giro per quella che è , per come si veste….come ti senti riguardo a questo pensando a CJ
R: Penso a questo ogni singolo giorno. E’ la mia più grande paura. Mi dico: sarà sicuro fuori? So che le persone possono essere cattive e avere delle reazioni molto negative per il suo modo di essere. Ma lui decide che cosa vuole fare e ha la sua personalità in privato e la sua personalità in pubblico e comunque se vuole si mette le scarpe da bambina o indossa le collane. Noi cerchiamo di crescerlo sicuro di sé e farlo diventare una persona forte e incrociamo le dita e gli diciamo di stare attento a chi lo prende in giro
D: non ti preoccupi di tutta questa attenzione creata dal fatto che ti sei esposta pubblicamente non sapendo ancora nulla di ciò che sarà…magari da grande sarà gay, magari sarà transgender….non ti preoccupa il fatto che un giorno lui guardi indietro e dica “avrei preferito che mia madre non lo avesse fatto!”
R: Io credo di essere stata molto attenta riguardo a ogni decisione presa e poi certo è talmente chiaro che lui ora sia questo che ogni cosa, ogni foto dimostra che lui da piccolo era così. E’ tutto talmente chiaro e ne vi è alcuna vergogna al riguardo. Anzi spero che in questo modo possiamo “educare” la gente riguardo a bambini come CJ
Il libro si chiama “Raising my Rainbow”
Ringrazio Lori Duron e Giuliano Scarpinato.